Il secondo principio di qualità di MINERVA afferma che ito web culturale di qualità è in grado di presentare in modo adeguato ai propri utenti contenuti digitali selezionati, indicizzati e controllati; le mostre virtuali online sono uno degli strumenti più efficaci per una comunicazione culturale di grande impatto.
È per tale ragione che accogliamo con piacere il recente volume “Handbook on virtual exhibitions and virtual performances” pubblicato nell’ambito del progetto europeo INDICATE, coordinato dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU), che si pone come un’autorevole guida per la realizzazione di mostre e performance virtuali.
Gli esperti di digitalizzazione e infrastrutture digitali che hanno lavorato per il consorzio euro-mediterraneo di INDICATE hanno concentrato le loro azioni su tre aspetti del patrimonio culturale digitale: la conservazione a lungo termine, il GIS e le mostre virtuali. Quest’ultimo caso di studio ha fruttato il manuale che si rivolge ai professionisti che operano nella valorizzazione e diffusione delle conoscenze culturali.
Il lavoro nasce dall’incontro tra i linguaggi e i metodi della valorizzazione tradizionale (mostre ed esposizioni realizzate sul territorio) e l’attività di promozione e diffusione della conoscenza fatta attraverso i codici espressivi propri del web (mostre virtuali online).
Il volume prende in esame sia gli aspetti progettuali di una mostra virtuale che quelli tecnici e di design, e propone linee guida e strumenti concettuali utili al processo di transizione digitale del sistema dei beni culturali.
Un capitolo è dedicato alle performance virtuali, vale a dire la nuova frontiera della virtualizzazione in ambito culturale che consente ad artisti geograficamente distanti anche migliaia di chilometri di poter interagire simultaneamente grazie alle prestazioni che possono fornire reti ad altissima velocità e con capacità di banda fino a 500 Mbps.
Una selezione delle migliori mostre e performance virtuali internazionali completa il volume.
Per chi non si sente a proprio agio con la lingua inglese, segnaliamo anche il volume del 2011 “Mostre virtuali online. Linee guida per la realizzazione”, nato dalla cooperazione tra l’ICCU e l’Istituto centrale per gli archivi (ICAR), in collaborazione con l’Osservatorio tecnologico per i beni e le attività culturali (OTEBAC) che ha costituito il nucleo sul quale si è sviluppato il volume europeo. Entrambi i titoli sono scaricabili gratuitamente in formato .pdf. [MP]
l’idea di mostra virtuale fa fatica ad imporsi, specie in italia, dove non è concepibile la rinuncia alla sacralità dell’aura benjaminiana, in una nazione dove il confronto con la concretezza dell’oggetto d’arte è scontato e quotidiano, direi personale, tanto la nostra terra è ricca di opere d’arte diffuse.
Ne è prova la scarsa risonanza ottenuta da una serie di “Mostre impossibili” (sottotitolo “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale”) presentate in molte città d’Italia, che proponevano un utilizzo veramente innovativo delle tecnologie digitali.
Qui l’articolo completo:
http://www.artonweb.it/arteartonweb/articolo75.html