Il British Museum ha avviato da alcuni mesi un’insolita forma di collaborazione con Wikipedia, per garantire che le informazioni inerenti il museo siano pubblicate correttamente e che le opere più importanti delle collezioni e l’autorevolezza dell’istituzione siano ben rappresentate nelle pagine dell’enciclopedia online creata con il contributo di utenti volontari.
Circa 40 wikipediani residenti nel distretto londinese hanno trascorso alcuni venerdì al museo, incontrando i curatori delle collezioni e scattando fotografie. Al contrario, i curatori erano invitati a revisionare le schede informative presenti sul museo e a verificare importanti omissioni o descrizioni carenti.
In un articolo sul New York Times leggiamo che il responsabile del sito web del museo e supervisore della collaborazione con Wikipedia ha verificato quante volte la Stele di Rosetta, uno degli oggetti più importanti delle collezioni del British, venisse cliccata sull’enciclopedia online. Qual è stato il risultato? La pagina su Wikipedia che descrive la stele viene cliccata cinque volte di più di quella del museo.
La lezione appresa è che se non si può battere Wikipedia, bisogna collaborare con essa.
Il venticinquenne wikipediano australiano Liam Wyatt, che a proprie spese ha soggiornato a Londra cinque settimane per portare avanti questo progetto presso il British Museum, ha commentato che ciò che avvicina le due istituzioni, una nata nel 1753 e l’altra nel 2001, è il comune obiettivo di diffondere conoscenza tra il pubblico. Se il museo ha le conoscenze e gli oggetti, Wikipedia ha l’utenza online.
Nel programmare il lavoro da svolgere, i Wikipediani si sono impegnati a non trattare argomenti che sarebbero potuti apparire promozionali o controversi, come per esempio la descrizione di alcune collezioni che il governo greco considera derubate, mentre invece i curatori erano concordi nell’affermare che un articolo ben fatto può convogliare traffico verso il museo, sia online che di persona.
Lo scorso anno il sito web del museo e altri siti web satelliti hanno potuto contare su un traffico di 15 milioni di visite, a fronte di 6 milioni di visitatori reali che hanno visitato il museo forse più di una volta. [MTN]
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