Creative Commons è l’organizzazione no-profit che ha elaborato una serie di schemi di licenze, sempre più diffuse, che consentono a quanti detengono dei diritti di copyright di trasmettere alcuni di questi diritti al pubblico e di conservarne degli altri. Sono licenze sempre più utilizzate in ambito digitale, studiate per agevolare la diffusione e la condivisione delle informazioni.
Nei giorni scorsi Creative Commons ha presentato il Public Domain Mark 1.0, un nuovo strumento concepito per etichettare le opere “che si ritengano non più soggette alle limitazioni previste dalle norme di diritto d’autore (ed eventuali diritti connessi)”, essendo opere entrate in pubblico dominio.
Adottando questo marchio, l’istituzione potrà comunicare chiaramente agli utenti che l’opera è accessibile e riusabile senza rischio di incorrere in violazioni di copyright, contribuendo quindi alla sua diffusione e reperibilità. L’utente potrà quindi, copiare, modificare, distribuire o eseguire un’opera, anche per scopi commerciali, senza dover chiedere autorizzazioni.
Europeana, il portale della cultura europea, sarà tra i primi ad adottare questo marchio per le opere di pubblico dominio, come annunciato nella recente conferenza europea tenuta ad Amsterdam il 14-15 ottobre [MTN].
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