La Prima Guerra Mondiale fu un momento significativo nella storia dell’umanità non solo per le conseguenze che ebbe nella vita di milioni di persone e nell’evoluzione degli stati moderni, ma anche per le nuove modalità con cui fu raccontata. Per la prima volta infatti furono utilizzati massicciamente tutti gli strumenti allora utili per documentarla; decine di fotografi, pittori e scrittori la videro e descrissero producendo una mole di documenti impressionante cui si aggiunsero i contributi dei soldati stessi, dai diari di trincea ai quaderni delle scuole del fronte, dai filmati che documentano i momenti bellici alle lettere private ai volumi di memorie. Per la prima volta una guerra veniva raccontata in modo analitico attraverso testi e immagini.
Una parte di questa grande e straordinaria massa di testimonianze è ora consultabile grazie alla mostra virtuale “Vedere la Grande Guerra. Immagini della prima guerra mondiale”, curata dal Museo Centrale del Risorgimento al Vittoriano di Roma. Attraverso una serie di gallerie fotografiche e percorsi tematici viene offerto al visitatore uno spaccato della guerra del tutto peculiare: non solo le immagini delle trincee e dei luoghi di battaglia, ma anche il ruolo delle donne come crocerossine, operaie o compagne dei soldati, il punto di vista di testimoni illustri quali Gabriele D’Annunzio, Arturo Toscanini – che nel 1916 portò il suo saluto ai soldati al fronte – e lo scrittore britannico Rudyard Kipling che visitò il fronte italiano e raccolse le sue riflessioni nel volume “La guerra nelle montagne: impressioni del fronte italiano”. Molto interessante è la sezione che ricostruisce il rapporto tra arte e guerra dal punto di vista della conservazione del patrimonio artistico e dei molti pittori soldato che ritrassero volti e luoghi del conflitto con la loro arte.
Si potrebbe parlare ancora a lungo di questa ricchissima mostra virtuale tanto è varia e avvincente nei contenuti, ma è meglio lasciare al visitatore il gusto della scoperta.
Ciò che è interessante notare in chiusura è lo strumento che è stato utilizzato per la sua costruzione; si tratta del software libero MOVIO, creato dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche e finanziato dalla Fondazione Telecom Italia nell’ambito di un bando sul patrimonio “invisibile”, quello di difficile consultazione per complessità o fragilità, o semplicemente sconosciuto ai più.
MOVIO è ancora in fase di definizione e sarà presentato al grande pubblico il 19 marzo. Il Museo Centrale del Risorgimento ha contribuito con il suo progetto sulla Grande Guerra a testarne alcune funzionalità, tra cui si segnala la possibilità di creare mappe concettuali navigabili che danno al visitatore una visione d’insieme sui temi della mostra e le loro relazioni, offrendo la possibilità di creare percorsi di visita personali. [MP]